© 2023 Daniel Sher

La salita di Ruben

Pag. 221 - Menachem Begin

 

«Poi la sorpresa. Non so perché, ma quando i nazi hanno in­va­so la Russia, ci hanno amnistiato.»

 

«Perché?»

 

«Cosa ti ho appena detto? Non so per­ché. Uno che i sovietici avevano deportato dalla Lituania prima di noi era già stato li­be­ra­to. Ma quello si sa perché: perché ave­va il pas­saporto polacco.»

 

«Chi era il polacco? L'hai conosciuto?»

 

 «Era un bravo giovane. In Polonia era sta­to il capo del Betar. Dalla Polo­nia si era rifugiato in Lituania, ma da lì i sovieti­ci han­no deportato tutti i capi dei movi­menti sionisti. Era già a Pechora quando sono ar­rivato. È stato liberato pochi mesi dopo, perché i russi hanno fatto la pace con il governo polacco in esilio e hanno liberato tutti i cittadini polacchi che si sono arruo­lati nell'eser­cito di Anders.»

 

«Il suo nome?»

 

«Begin. Menachem Begin. Voleva a tutti i costi andare in Pa­le­stina. Io con altri siamo stati trasferiti a Biysk, in Siberia, giù ver­so la Mongolia.»

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Sopra: Menachem Begin prigioniero a Pechora
Sotto: l'inno dell'Irgun fino al 1940

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