© 2023 Daniel Sher

La salita di Ruben

Pag. 12 - Il Kaddish

 

Nei suoi studi Ruben trovava più domande che risposte e, nell’età in cui non si accetta che ci siano domande senza risposta, quando era solo continuava a discutere tra sé e sé. A volte, i suoi dubbi sull’esistenza di Dio lo portavano a pentirsi anche solo di averlo messo in discussione. Più spesso invece concludeva, alla fine di un lucido ragionamento sul libero arbitrio o sulle sofferenze degli uomini o su qualche altra condizione umana, che Dio non poteva esistere e si illudeva di aver trovato la risposta definitiva.

 

In realtà cercava certezze, ma le trovava solo nella matematica, dove poteva misurare anche le indeterminatezze, dominare i numeri immaginari, gestire gli infiniti...

 

Quando Ruben studiava il Talmud, gli piaceva cercare i testi in cui i Maestri avevano affrontato questioni matematiche. Adesso, camminando, stava riflettendo sulla approssimazione rabbinica del valore di pi greco, mentre il violino di Yehudi, come tutte le sere a quell’ora, diffondeva le proprie note da una finestra più avanti, illuminata dalla debole luce di una candela.

Antica preghiera ebraica di esaltazione del nome di Dio. In tempi più recenti ha ispirato molti pezzi per violino.

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