© 2023 Daniel Sher

La salita di Ruben

Pag. 172 - Un testimone scomodo

 

Quando Boetzel sentì suonare alla porta del suo piccolo ap­par­tamento periferico si allarmò. A volte portava a casa delle donne, più o meno giovani, per goderne la compagnia fino al mattino dopo. A volte le convocava al telefono. Non gli capitava mai di ricevere visite inattese.

 

«Chi è?»

 

«Schutzstaffel» rispose una voce. Una visita inaspettata delle SS non era mai un piacevole incontro. «Apra per favore, abbiamo un messaggio per lei da parte dell'Oberführer Wessel.»

 

Quando la porta fu aperta, entrarono in quattro. Lo immobi­liz­zarono senza dire parola, stando attenti a non provocare le­sioni. Tolta dalla bocca la mano con cui gli avevano impedito di gridare, gli spremettero in gola una capsula di cianuro. Boetzel iniziò im­mediatamente a contorcersi per il dolore. Gli sembrò che gli strappassero l'intestino a mani nude, ma morì quasi su­bito. Lo depositarono sul letto, lasciandogli in bocca la capsula vuota, e si allontanarono senza lasciare traccia. Le indagini avrebbero con­fermato il suicidio.

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