© 2023 Daniel Sher
Nello stesso giorno in cui i coniugi Bernheim avevano trovato salvezza in Svizzera, nella riunione dell'alto comando a Berlino, Hitler si esibì minaccioso in una terrificante sceneggiata. Sciolta la riunione, convocò Reinhard Heydrich, il più diabolico e malvagio dei suoi collaboratori, che il Fuhrer diceva di ammirare per il suo “cuore di ferro”.
«Ogni volta è come se sapessero in anticipo dove e quando arriveremo.» Il Fuhrer aveva abbandonato il tono bellicoso, riprendendo quello normale che usava nei colloqui a quattr'occhi. «È chiaro che abbiamo tra di noi una spia. Qualcuno ad alto livello. Probabilmente è addirittura qualcuno che partecipa alle riunioni con me. Con il Fuhrer! Voglio che se ne occupi lei. Non mi fido dell'Abwehr, non mi fido di Canaris, non mi fido dei suoi generali!»
«Jawohl, Mein Fuhrer!» rispose, con malcelata soddisfazione, il capo dei servizi di intelligence della Gestapo, battendo i tacchi per congedarsi. La sua rivalità con il capo dei servizi di intelligence dell'esercito era notoria. Risolvere questo problema poteva portare all'incorporazione dell'Abwehr nella Gestapo. Heydrich, che all'inizio dell'anno aveva organizzato la Conferenza di Wannsee, si sarebbe gettato in questa missione con lo stesso entusiasmo con cui a Wannsee aveva architettato la Soluzione Finale del problema ebraico.
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